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MARIA bETTETINI, Classici e mercato globale. Il caso del mito delle Sirene


                           dita dell’aura da parte della Gioconda, rinforzata dall’impudenza di
                           Duchamp e Warhol.



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                           Ciò cui ha portato la rivoluzione mediatica, passo dopo passo, dal
                           cinema alla televisione a internet all’iPhone, è un appiattimento ne-
                           cessario alla globalizzazione e al suo mercato. Se Troy deve essere
                           visto in tutto il mondo, i dialoghi saranno essenziali, i personaggi in-
                           tagliati nella pietra. Atena non potrà prendere per i capelli Achille
                           che sta per colpire Agamennone e promettergli ricchi doni se rinfo-
                           dererà la spada, mostrando così il lato infantile e capriccioso del fi-
                           glio di Teti (che poi la modernità potrà, con Popper, per esempio, pa-
                           ragonare a Ulisse, che invece all’inizio del XX libro dell’Odissea sarà
                           in  grado  di  calmarsi  da  solo,  con  le  famose  parole  «Sopporta,  o
                           cuore!». Per lui Atena verrà solo portando elogi e inducendo il meri-
                           tato sonno). Elena non potrà essere circonfusa di mistero, non potre-
                           mo chiederci perché è fuggita con Paride, se vinta dalla forza bruta
                           o dalla forza della parola – come si domandò Gorgia nell’Encomio di
                           Elena. Elena che prima si sente chiamare figlia da Priamo, che assiste
                           al duello tra Achille ed Ettore insieme alla famiglia reale troiana, che
                           tenta di sconvolgere i guerrieri greci nascosti nel cavallo di legno
                           imitando le voci delle loro donne, e che poi torna, regina, a Sparta
                           con Menelao, come apprendiamo dal viaggio di Telemaco nei primi
                           libri dell’Odissea.
                                 Perché Troy sia apprezzato nell’Ohio come in Svezia, ad Atene
                           come ad Auckland, un’algida modella di origine tedesca si innamora
                           a prima vista di un prestante Orlando bloom, mentre il muscoloso
                           brad Pitt strepita allo stesso modo contro Agamennone, contro Ettore,
                           contro la morte di Patroclo. La vera vicinanza dei classici, quello stesso
                           profondo innamoramento che portò per esempio borges a regalare
                           all’umanità i Nove saggi danteschi, Foscolo a veder sorgere Venere dalla
                           schiuma del mare della sua Zante e, sempre all’indietro, gli intellettua-
                           li della corte carolingia a chiamarsi tra loro Ovidio, Virgilio, Orazio,
                           quella vicinanza è di pochi. Tutti gli altri hanno gli involucri vuoti, co-
                           lorati, computerizzati, in vendita uguali per tutti.



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