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MARTINA VOLPE, «Morire secondo i regolamenti». Gli intelle uali della «Diana» al fronte


                dell’Italia in guerra, Cervi è tra i primi collaboratori a partire per il fronte,
                e dalle zone di guerra invia frequenti le ere in cui discute delle sorti del
                suo monello, dell’a ività della Libreria della Diana, del suo lavoro intel-
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                le uale . Le ore dedicate alla le eratura in guerra rappresentano per
                Cervi – così come per Ungare i e per molti intelle uali al fronte – dei
                momenti di felicità, di evasione dal campo di ba aglia; nella monotonia
                della vita militare, l’arrivo di un nuovo fascicolo della rivista o delle ul-
                time pubblicazioni degli amici costituisce una tregua dall’inferno e un
                risarcimento per le fatiche belliche. Ma non c’è disperazione nelle le ere
                che Cervi invia dal fronte a Marone: tra le corrispondenze dei dianisti
                provenienti da zone di guerra quella di Annunzio Cervi stupisce, oltre
                che per la bellezza di alcuni squarci di vita militare, per la fermezza e il
                coraggio del soldato poeta che, senza mai rinnegare le ragioni dell’inter-
                ventismo e senza svilire l’impegno militare in inutile retorica le eraria,
                ne interpreta ogni sfumatura, intimamente persuaso della necessità del
                confli o e consapevole delle conseguenze a cui conduce. Se per Cestaro
                l’esperienza della guerra lascia segni visibili nella produzione poetica
                pubblicata in rivista, per Cervi i detriti della guerra sono da cercare nelle
                le ere, in quelle dal lungo discorrere, dove il poeta afferra il tempo libero
                so ra o al riposo militare per gli interessi le erari, e in quelle cortissime,
                di un solo rigo, inviate solo per dire: sopravvivo.


                   Gherardo mio,
                   Tra poche ore sarò partito: a Perugia col 52 fanteria.
                   Il monello sardo è morto: forse una sera al fronte, troverò in me, scoppierà in
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                   me il brigante sardo. Sono soldato per mia volontà .

                Così Cervi annuncia a Marone l’imminente partenza per il fronte: via
                le era. Il dovere della divisa non è interpretato né come un obbligo né
                come un’esperienza di breve corso; piu osto rappresenta per il poeta





                65  Il Fondo Gherardo Marone – La Diana, conservato presso l’AdN, contiene diciotto
                documenti inediti manoscritti inviati da Annunzio Cervi a Gherardo Marone tra il
                1916 e il 1918 da Gubbio, Torino, Genova e dalle “zone di guerra”.
                66  A. Cervi, Notizia, in «La Diana», I, 16, 25 dicembre 1915, p. 300. Marone, ricevuta la
                le era di Cervi, dà notizia della partenza dell’amico sulla rivista.


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