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MARTINA VOLPE, «Morire secondo i regolamenti». Gli intelle uali della «Diana» al fronte
Tre volte volontario, e ora la vita di trincea. La corrispondenza con
Marone subisce un immediato cambiamento di ritmo, di temi, di tono.
Le le ere diventano più rare e passano mesi senza che dal fronte arrivi
una notizia; inoltre le ore di ozio sono esaurite, così il poeta invia veloci
comunicazioni, alle volte brevi telegrammi che durano lo spazio di un
saluto, di un bacio affe uoso, di un pensiero fraterno. Per la virtù del
paradosso, sono proprio le missive risalenti al 1917-1918 quelle che
raccontano maggiormente l’orrore della guerra, proprio per ciò che si
tace. Il silenzio diventa il tema centrale delle le ere: silenzio per le
omissioni imposte dalla censura di guerra, che proibiva ai militari di
dare informazioni sugli eventi bellici – «son quassù, poco ti posso dire,
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ché molto ho da fare e tu o da tacere» – e silenzio autocensorio, un
abbandono completo alla solitudine di soldato. Tu avia la corrispon-
denza con Marone non termina con l’immagine di un poeta beffato
dalla sorte o dolorosamente ripiegato su se stesso. Nonostante il de-
stino di Cervi si sarebbe effe ivamente risolto tragicamente, l’ultima
le era inviata a Marone nel marzo del 1918 contiene il ritra o di un
fiero poeta soldato, che all’indifferenza della critica ufficiale per la
pubblicazione delle sue Cadenze, risponde contrapponendo il suo va-
lore di uomo, tanto poeta quanto soldato:
Dimmi delle Cadenze: ché saranno cascate nel buio, immagino. Me ne fo o.
[…] Ho avuta appuntata sul mio duro pe o sardo la 1ª medaglia d’argento,
giorni or sono. «Volontariamente si offriva di riconoscere i varchi aperti nei
reticolati nemici. Durante l’azione, so o il fuoco aggiustato dell’artiglieria av-
versaria, era di ammirazione e di esempio ai suoi dipendenti. Ferito al pe o e
al piede, si rifiutava di abbandonare il suo posto, che lasciava solo in seguito
all’ordine ricevuto, inneggiando all’Italia e al suo reparto (Croce Sant’Antonio:
19 giugno 1917)» .
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71 Id., le era a Gherardo Marone, ms. aut., inedita, 4 marzo 1917, s.l. (Fondo Gherardo
Marone – La Diana, AdN).
72 Id., le era a Gherardo Marone, ms. aut., inedita, 31 marzo 1918, s.l. (Fondo Gherardo
Marone – La Diana, AdN). La parte virgole ata è contenuta anche nella le era inviata
lo stesso giorno a Lionello Fiumi, ora in L. Fiumi, Annunzio Cervi, cit., p. 29.
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