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MARTINA VOLPE, «Morire secondo i regolamenti». Gli intelle uali della «Diana» al fronte


                Un altro ingrediente della vita militare che affiora dalla corrispon-
                denza è la percezione della noia; il giovane poeta soffre i tempi
                morti delle caserme così come i lunghi corsi di addestramento di re-
                parto: «Non posso scriverti a lungo: come vorrei. In questi primi
                giorni molto c’è da studiare: e cose indigeste per un poeta! Chiudo
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                l’anima ed ingoio la purga: amara» – scrive da Torino mentre fre-
                quenta il corso da sottotenente presso la Reale Accademia d’Arti-
                glieria, un luogo «atroce», «saturo di Trigonometria» , da cui atten-
                                                                    69
                de la liberazione.
                     Nel luglio dello stesso anno si verifica l’evento che determinerà
                il destino del poeta: l’arruolamento volontario nel corpo dei bombar-
                dieri. Non per la vita da caserma Cervi era partito volontario e la no-
                tizia dell’estate del 1916, nonostante corrisponda al sacrificio della
                propria esistenza, lo sorprende ancora entusiasta di amor patrio. La
                lettera in cui comunica la missione a Marone permette di delineare
                un definitivo ritratto del poeta, di spirito fiero e coraggioso, che pure
                doveva avere l’anima invasa dal timore nelle ore che precedevano la
                partenza:


                   […] In Caserma s’è fatto invito a passare volontariamente nei bombardieri:
                   vita di trincea con la Fanteria; gli stessi pericoli e disagi e umiliazioni della
                   Fanteria. La morte certa: o prima o poi.
                   […] Ho dovuto durare un po’ di fatica a domarmi: ma sono riuscito. Volon-
                   tario mi sono offerto: in sostituzione d’un mio collega che ha moglie e figli.
                   Così tre volte volontario ormai, io: la prima quando sono venuto sotto le
                   armi; la seconda quando rifiutai d’andare alla Censura; la terza adesso, che
                                                                    70
                   ho rinunziato alla sicurezza della mia Artiglieria da Fortezza .





                68  Id., le era a Gherardo Marone, ms. aut., inedita, 9 marzo 1916, Torino (Fondo Ghe-
                rardo Marone – La Diana, AdN).
                69  Id., le era a Gherardo Marone, ms. aut., inedita, 26 marzo 1916, Torino (Fondo Ghe-
                rardo Marone – La Diana, AdN).
                70  Id., le era a Gherardo Marone, ms. aut., inedita, 31 luglio 1916, Genova (Fondo Ghe-
                rardo Marone – La Diana, AdN). La le era, citata solo in parte, registra la tentazione
                del poeta di so rarsi all’azione per dare seguito alla passione le eraria e tenere al riparo
                la vita. Ma l’impegno patrio ico in Cervi prevale sull’ambizione personale; diventerà
                così bombardiere.


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