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MARIE-PIERRE ESCOUBAS-BENVENISTE, STEFANO DI DOMENICO, Sul verbo francese
lessicale – derivazione – a raverso la costruzione di altre parole (synthè-
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mes secondo la terminologia di Martinet ) partendo da un segno lingui-
stico preesistente (res-sentir, con-sentir, pres-sentir; dé-mentir…).
Alla seconda categoria di unità minima di significato, si riserva
la denominazione di morfema grammaticale di flessione o semplice-
mente flessione (monème grammatical per A. Martinet) meglio cono-
sciuta nella tradizione scolastica so o l’appellation di terminaison (de
la conjugaison) du verbe. Per il verbo geler, per esempio, i morfemi
grammaticali di flessione raggruppano le desinenze, le alternanze vo-
caliche su sillaba predesinenziale scri a (gelait [ʒ(ә)’lε]/ gèle [‘ʒεl(ә)]
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/ gelées [ʒ(ә)’le]), che possono significare categorie grammaticali :
• di modo:
infinito: gel-er;
participio: gel-é; gel-ant;
• di tempo:
imperfe o: gel-ai-t;
presente: gèl-e; gel-ez;
futuro: gèl-e-r-a;
• di persona e numero
a
3 singolare: gèle-ø / gelai-ø-t;
a
3 plurale: gèle-nt / gelai-ent;
• di genere e numero:
femminile plurale: gelé-e-s;
maschile singolare: gelé-ø-ø.
Come si intuisce da questa breve introduzione, la categoria del verbo sin-
tetizza nei limiti della singola voce il punto d’incontro fra lessico e gram-
2 A. Martinet, Eléments de linguistique générale, Armand Colin, Paris 1960.
3 Illustriamo in questa sede alcune delle categorie a ribuite al verbo senza tu avia voler
essere esaustivi – le categorie al completo sarebbero la persona, il numero, il tempo, la
voce, il modo e l’aspe o, ma anche il genere per il participio passato –, né entrare nel
merito della fondatezza dei termini di mode e aspect, da tempo discussi, insieme ai con-
ce i loro associati. Cfr. C. Germain, H. Séguin, Le point sur la grammaire, coll. Didactique
des langues étrangères, CLE International, Paris 1998; P. Le Goffic, Les formes conjuguées
du verbe français, oral et écrit, Ophrys, Paris 1997.
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