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VALERIA MOGAVERO, Il mito dell’“altra” guerra nel Diario (1939-1945) di Piero Calamandrei
auto-persuasiva, per la «generazione del 1914» – almeno per la parte
d’essa rimasta lungamente e travagliatamente fedele agli ideali o, se
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meglio piace, al mito e ai «fecondi inganni» dell’interventismo de-
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mocratico – l’interpretazione del fascismo come Antirisorgimento .
48 M. Isnenghi, Il mito della grande guerra (1970), il Mulino, Bologna 1997, pp. 417-418 per
il «rapporto mentale che perdura nel corso dei decenni» e gli a raversamenti – dopo-
guerra, fascismo, antifascismo e Seconda guerra mondiale – di «una situazione in mo-
vimento che non può non condizionare il sogge o e l’ogge o, la prospe iva e la messa
in posa».
49 M. Isnenghi, Il “fecondo inganno” degli interventisti democratici, in «Questitalia», VIII,
87, 1965, pp. 339-361.
50 Sul fascismo come Antirisorgimento si veda F. Vander, L’estetizzazione della politica. Il
fascismo come anti-Italia, Dedalo, Bari 2009, pp. 108 e ss., 156 e ss. Sulla lunga durata,
anche nella Resistenza, dei richiami al Risorgimento e alla guerra del 1915-1918 in fun-
zione antitedesca, C. Pavone, Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità della Resistenza,
Bollati Boringhieri, Torino 1991, rist. 2000, p. 206, ma tu o il cap. La guerra patrio ica,
pp. 169-220, va tenuto presente.
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