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non eri un capriccio della mia età e dei tuoi cinquant’anni. Il no-
stro era amore e all’amore quello vero non si comanda.
Ne abbiamo passate tante, compreso il mio aborto solo dopo
tre mesi che ci conoscevamo. Ad un certo punto il risultato di
un’analisi: POSITIVO… che tragedia, solo dopo tre mesi. L’ave-
vamo fatta davvero grossa, ma tu non eri tanto preoccupato, o al-
meno facevi finta di non esserlo. Io invece, femminista convinta,
decisi che dovevo abortire, che non era il momento di avere figli.
Avevo esattamente 27 anni, anzi li dovevo compiere. E insieme
una mattina andammo in ospedale, mi lasciasti lì e a cose fatte ve-
nisti a prendermi.
Avevo già lasciato mio marito, anche lì con tanti problemi. I
suoi genitori mi dettero della puttana e i suoi fratelli non mi guar-
darono più.
Rifarei tutto ciò che ho fatto, ma mi chiedo dove allora ho
trovato tanta forza per affrontare situazioni tanto dolorose. La ri-
sposta è solo una: l’amore!!!
Dopo ciò ti mandarono in Belgio nella speranza di dividerci.
Tu naturalmente sei andato a Bruxelles con la tua famiglia, ma
niente ci divise.
Ti ricordi? Avevamo la complicità di tuoi colleghi che ci pre-
stavano la casa quando io ti raggiungevo; ho sempre pensato fin
da allora che era gente che in segreto era invidiosa della nostra
storia d’amore. Tu colonnello con una giovane donna, per giunta
bella (scusami tanto!!!), rappresentavi la gioia di vivere, l’allegrez-
za. Rappresentavi l’amore… quel sentimento che fa vivere e che
probabilmente a loro mancava.
E lo sci?
Non ne parliamo. Era l’unico argomento che ci faceva litigare.
Io mai avevo messo un paio di sci ai piedi e tu invece sapevi
sciare da Dio, e mi dicevi che tutti nella tua famiglia sapevano
sciare!!!! Che invidia che provavo!!! E volevi assolutamente che io
imparassi. Ogni volta che mettevo un paio di sci ai piedi mi sem-
brava di andare al patibolo… che stress, che paura, quante cadu-
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