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RECENSIONI
Jean-baptiste Del Amo, Regno animale, Neri Pozza, collana bloom,
traduzione di margherita botto, Vicenza 2017, pp. 408, 18 €. (Titolo
originale: Règne animal, Gallimard, Paris 2016)
Il romanzo del giovane Del Amo, già premio Goncourt per il suo
primo romanzo, Une éducation libertine (2008), presenta l’evoluzione
del mondo rurale in un secolo. La narrazione si svolge nella Guasco-
gna francese a partire dal 1898 per arrivare fino al 1981, come mostra
la suddivisione dei capitoli.
I componenti della famiglia si tramandano di anno in anno la
fattoria del “padre”, descritto nella prima parte del romanzo in modo
molto accurato, in particolare i dettagli del suo corpo malato. L’autore
non ci rivela il nome del capostipite di questa famiglia, ma lo descrive
precisamente in tutte le sue azioni. Conosciamo il nome della figlia,
Éléonore, presente sino alla fine della storia. Lei e Marcel saranno i
primi a mandare avanti la fattoria ereditata dal padre, fino a lasciarla
ai propri figli, Henri e Joël.
Le descrizioni dei primi due capitoli del libro, Questa maledetta
terra 1898-1914 e Post tenebras lux 1914-1917, ripercorrono le vicende
della famiglia prima e dopo la morte del padre, poi l’arrivo del lontano
cugino Marcel, il suo arruolamento in guerra e il suo ritorno. Marcel
sposa Éléonore, ma l’esperienza bellica lo ha segnato profondamente,
sia emotivamente che fisicamente, in quanto ha perso un occhio e ha
il volto coperto da cicatrici. Il caratteristico odore di fieno che emanava
prima della partenza viene sostituito al suo ritorno da quello dell’alcol,
nel quale si rifugia la sera.
Gli altri due capitoli, Il branco 1981 e Il crollo 1981, si concentra-
no su un unico anno, quello del cambiamento radicale. La fattoria
nel corso del tempo si è trasformata in un allevamento intensivo di
maiali, mostrando così l’evoluzione del mondo contadino attraverso
l’utilizzo di nuove tecnologie. Un episodio centrale di questa seconda
parte della narrazione è la creazione del verro, incrocio tra maiale e
cinghiale, denominato la Bestia, simbolo della follia capitalista che
spinge l’uomo a farsi creatore contro natura per soddisfare le proprie
esigenze produttive ed economiche. Il crollo della famiglia è rappre-
sentato dalla fuga del verro, che scatena una vera e propria ricerca
dettata dalla pazzia.