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testi che, demistificando il conce o di nemico, sgretolano l’inelu abi-
lità della guerra.
Il contributo di Ilaria Filograsso, Infanzie e guerre. Tra dimensioni
culturali e problemi educativi, come evidenziato dal titolo, delinea un
percorso teorico sulla “pedagogia di guerra” concentrandosi su alcuni
nodi problematici: le modalità di coinvolgimento dell’infanzia messe
in a o dall’apparato propagandistico, l’impa o della guerra sull’im-
maginario dei bambini, l’onnipresenza del confli o nell’universo in-
fantile, che pervade perfino gli spazi dedicati al gioco, la riuscita sco-
lastica come equivalente del successo militare. Nella parte finale del
saggio la riflessione si allarga cronologicamente ai confli i contempo-
ranei e al ruolo che la le eratura, con la sua forza narrativa ed evoca-
tiva, può giocare per svelare le banalizzazioni e gli schematismi ricor-
renti nel racconto delle guerre odierne.
Walter Fochesato, nel saggio Nani, pinocchi e piccoli alpini. Il rac-
conto della guerra, sulla scia dei suoi studi precedenti, propone una
panoramica di alcune tra le più significative opere appartenenti alla
narrativa di propaganda, che spesso a inge a piene mani al repertorio
fiabesco traendone spunti, situazioni, personaggi. Nella parte iniziale
si sofferma su Térésah, intelle uale molto a iva nell’opera di propa-
ganda patrio ica, che in Storia di una bambina belga coniuga le esigenze
di raccontare gli avvenimenti bellici coevi con la dimensione fanta-
stica tipica delle narrazioni rivolte ai più piccoli. Il saggio evidenzia
come la produzione per l’infanzia, negli anni del confli o, si appropri
anche di personaggi fantastici come il celeberrimo bura ino collodia-
no, arruolato alla causa patrio ica in libre ini come Pinocchie o alla
guerra europea e Pinocchie o contro l’Austria e protagonista sopra u o
del romanzo di Collodi Nipote Il cuore di Pinocchio, antecedente per
vari aspe i del più noto Il piccolo alpino pubblicato da Salvator Go a
nel 1926.
Nel suo contributo, Cinema, Grande guerra e bambini, Davide
Boero prende in esame la presenza dell’infanzia (o della dimensione
infantile come in Charlot soldato di Chaplin), variamente declinata, nei
film dedicati alla Prima guerra mondiale, anche al di là dei limiti cro-
nologici del confli o. Boero evidenzia in particolare il doppio ruolo
vissuto dai bambini durante la guerra: fruitori dei prodo i cinemato-
grafici ma anche, sopra u o, protagonisti di pellicole in grado di toc-
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