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E tutta la poesia di Baldanza vale, resta, ed è sempre stata, un
respiro d’orizzonte... Penso a una delle sue liriche più pure e fascino-
se, “Natura”, intesa quale luminosa, ariosa effemèride:
Mischio l’arte
a ricercare non so
se per le strade m'imbatto
su radici
seni trasparenti
verità
io tocco
bagnando i capezzoli
saliva d’amore
chiedo il tuo nome
natura disincantata
fin dentro le parole
come un incanto
che sa di memoria
La Natura disincantata è comunque bella, incantevole come la più
bella delle Muse; e belle le sue parole che abbozzolano, seducono
d'incanto la memoria, ma già, ecco, ora risbocciano, come tante
nuove gemme – o anche solo frammenti – d’un continuo discor-
so amoroso...
Frammenti d’un discorso amoroso fu un bel saggio di Roland Bar-
thes che negli anni ’70 addirittura andò di moda... Ebbene, giro-
vagando su e giù, avanti e indietro per queste pagine, ho capito
che tutte le poesie di Baldanza rappresentano, testimoniano e ag-
gregano come tanti frammenti rinsaldabili di un unico Discorso
Amoroso, che dolcemente lo abita e lo vivifica – nella sfera priva-
ta ma anche in quella pubblica, nelle riflessioni illuminate sulla
grande Storia, come nei giudizi esemplari e allarmati sul presen-
te...
“...Il discorso amoroso” – chiosava il grande filosofo e semio-
logo francese, autore anche de Il piacere del testo, L’impero dei segni, Il
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