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PAOLA CANTONI, Diari popolari della Grande guerra. Forme e strategie della narrazione
“gente comune” risultano di un’efficacia narrativa paragonabile a
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quella di testi scri i dichiaratamente con intenti le erari , rispe o ai
quali le memorie popolari mostrano un potere evocativo e un fascino
persino superiori in virtù della verità e della spontaneità che le hanno
prodo e.
ma», A. Gibelli, La le eratura degli ille erati, in S. Luzza o, G. Pedullà (a cura di), Atlante
della le eratura italiana, Einaudi, Torino 2012, vol. 3, p. 476.
37 Q. Antonelli, in Le scri ure, cit., p. 9, parla a questo proposito di «felicità narrativa»; e
altrove: «Gadda tiene un diario vibrante ed iroso; ma davvero la comunicazione dei sol-
dati è necessariamente più primitiva? (la fame, la sete, il bisogno di riposo) […] Le pagine
[…] che abbiamo citato farebbero pensare il contrario», Q. Antonelli, Scri ure dell’estremo:
i diari dei prigionieri di guerra, Archivio della Scri ura Popolare, s.d., in h p://www.fon-
dazione.museostorico.it/index.php/Archivi-e-collezioni/Fondi-e-collezioni/Archivio-
della-scri ura-popolare, ultima consultazione 5 gennaio 2017. Sulla consapevolezza del
narrare da parte di scriventi semi acculturati, cfr. R. Fresu, U. Vignuzzi, La spartenza di
Tommaso Bordonaro nella tradizione delle scri ure popolari in Italia, in S. Lombino (a cura di),
Raccontare la vita, raccontare la migrazione, A i del Convegno di Studi (Bologne a, 31 o o-
bre-1 novembre 2009), Adarte Editori, Palermo 2011, pp. 69-86.
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