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PAOLA CANTONI, Diari popolari della Grande guerra. Forme e strategie della narrazione


                Nella varietà di generi e di tipologie testuali rappresentata dalle scrit-
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                ture popolari sulla Grande guerra , le testimonianze autobiografiche
                di natura diaristica ricoprono una significativa importanza per il va-
                lore documentario come fonti storiche ma anche so o il profilo stori-
                co-linguistico.
                     Memorie e diari, scri i in “presa dire a” o elaborati a distanza
                di tempo, sono scaturiti dall’urgenza e dalla straordinarietà dell’espe-
                rienza bellica che ha condo o molti uomini comuni, con diverso livello
                di competenze, dal semianalfabetismo fino a una padronanza della
                lingua scri a più certa o pienamente compiuta, a cimentarsi con la
                scri ura, per un «bisogno inusitato di scrivere» .
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                     Si è parlato, a questo proposito, di «palestra linguistica» , e gli studi
                degli ultimi quarant’anni hanno messo a fuoco la solitudine linguistica
                che gran parte degli italiani patì al fronte, rivelando sia «quanto fosse
                ancora priva di capacità linguistiche ada e alla comunicazione efficace,
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                interclasse e interregionale, una buona metà della popolazione» , sia
                come questa abbia reagito sperimentando anche un genere narrativo.
                     L’incontro con il genere autobiografico del diario, annoverato
                insieme alla le era tra le «forme primarie della scri ura», non è stato
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                sempre agevole. La «trincea della lingua» è così anche una “trincea”
                testuale, di tipologia e di genere.
                     Di fronte all’esigenza di comunicare con genitori, mogli, fidanzate,
                figli, scrivere le ere diventa gradualmente una consuetudine familiare;





                1  Le ere, cartoline, diari e memorie, rice ari e raccolte di canzoni e poesie di guerra,
                scri ure esposte. Un ampio panorama di questi testi, da un punto di vista tipologico,
                diatopico e diastratico è offerto in R. Fresu (a cura di), «Questa guerra non è mica la guerra
                mia». Scri ure, contesti, linguaggi durante la Grande Guerra, Il Cubo, Roma 2015, cui si ri-
                manda anche per il saggio introdu ivo che offre un quadro di sintesi degli studi e nu-
                merosi riferimenti bibliografici, Id., Scri ure e Grande Guerra: una storia linguistica tra
                “alti” e “bassi”, ivi, pp. 7-31.
                2  M. Isnenghi, Le guerre degli italiani. Parole, immagini, ricordi, 1848-1945, Mondadori, Mi-
                lano 1989, p. 300.
                3  Cfr. L. Vanelli, Nota linguistica, in L. Spi er, Le ere di prigionieri di guerra italiani 1915-
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                1918, Bollati Boringhieri, Torino 2014 , pp. 295-312.
                4  Cfr. F. Sabatini, La “Grande Guerra” e gli italiani nella trincea della lingua, marzo 2014,
                disponibile online all’indirizzo h p://www.accademiadellacrusca.it/it/tema-del-
                mese/grande-guerra-italiani-trincea-lingua, ultima consultazione 5 gennaio 2017.
                5  Ibidem.


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