Page 10 - Approdi 113
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La terra promessa
Di che ti dovrei parlare allora?
Di questa notte silenziosa
e struggente
dove il verso della civetta
chiama le nostre solitudini?
O dell’aurora che viene
sul suo cocchio splendente
a ricordarci che
c’è sempre un ritorno?
Dell’insoddisfazione che ci consuma
appesa
a un’insensata follia?
O dell’incanto del tuo viso
che mi appare nel buio
come lanterna accesa
che mi segnala il rischio
e mi conduce alla speranza?
Sei il mio paradiso lontano
e irraggiungibile
il sogno che si leva
sopra l’umana inquietudine
la mia terra promessa
il mio fiore vermiglio di melograno
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