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Questa raccolta di poesie è stata ispirata da una casa di cura
per igiene mentale di cui è stata ospite per un breve periodo mia
moglie, dove c’era una meravigliosa pergola di glicine.
I malati, ognuno con la propria pena segreta, entravano scon-
volti, a volte imprigionati dentro una camicia di forza.
Poi, poco a poco, forse per le cure premurose dei medici o
per l’azione degli psicofarmaci si quietavano e non era raro veder-
li seduti nel giardino adiacente, con lo sguardo appannato in cui
riluceva ancora qualche lampo di follia, a contemplare i colori dei
fiori.
Ho pensato ai rifugi interiori che probabilmente ognuno di
noi ha, dove spesso anche l’orrore è disciolto nella coscienza e
dove possiamo riconciliarci serenamente con noi stessi e trovare
la giustificazione del nostro esistere.
Giovanni Pellegrini