Page 15 - Approdi 113
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Primavera

            Ci colse all’improvviso primavera.
            Sull’uscio,
            come uno schianto, come un lampo,
            stremati da un inverno troppo freddo.
            Sbucò dai fili d’erba, dai poggi, dalle vie,
            Sui prati ad animare zolle morte
            e una speranza consumata.
            “È tardi e siamo ancora sulla via”,
            sussurravi all’orecchio.

            Si appressa l’ombra,
            cala il velo dell’oblio,
            e noi qui che attendiamo
            persi nel nostro meriggio
            di primavera.






























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