Page 19 - edizione XII
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17° classificato:


            Basile Eva

            TU

            Erravo come un naufrago
            rifutato dalle onde dopo le intemperie,
            nessuna nave percorreva il mio cammino.
            L’angoscia lacerava il mio animo
            gli occhi gonf dal pianto
            e le labbra silenziose e ferite.
            Quanto è penosa la sopravvivenza!
            Mai avrei immaginato che la mia esile fgura
            fosse capace di opporsi
            così duramente alla morte.
            Ero sprofondato nel baratro del tempo,
            deriso dagli uomini,
            trascinato dal vortce della solitudine.
            Nutrito solamente di instant trist,
            sperdut per trovart,
            per aspetart;
            t ho cercato,
            in ogni sguardo,
            tra creature malinconiche,
            in giorni bui, di pioggia, in giorni vuot.
            Ma il mio piccolo cuore non avrebbe soferto a lungo,
            invano.
            In un istante apparve un viso,
            un sorriso si aprì sulle tue labbra,
            mi tendest la mano,
            mi stringest a te,
            mi aiutast a rialzarmi.
            Gocciolant erano i miei occhi
            quando videro i tuoi;
            impetuoso
            il batto del mio cuore
            quando t fu accanto.
            Rimasi immobile
            e lasciai che la tua mano
            accarezzasse la mia.
            La terra tuta rimase in atesa,
            in una sera come tante
            in cui il destno aveva iniziato il suo gioco.
            Cosa importa se il mondo è triste,
            se io ora sono felice
            se ancora cerco la sola emozione
            che il tuo sguardo sa darmi,
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