Page 22 - Approdi 103
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Ho lottato nella mia vita, sono stata una passionaria attaccata
ai valori della società e ho lottato per la parità di sesso e di
genere… tutto passa cara figlia. Anche le mie lotte sono ricordi, la
mia gioventù tra le lotte studentesche, tra i comunisti e i fascisti.
Era bello sentirsi vivi e vivere per migliorare il mondo.
Quando ho conosciuto il papà, lui non era proprio della mia
stessa idea politica, ma le discussioni e il convincimento da parte
mia a essere un pochino più di sinistra lo persuadevano a essere
più vicino al socialismo che non alla destra.
Ti dicevo che la vecchiaia intesa non come fase anagrafica ma
bensì biologica, mi sta portando a restare fedele e attaccata al
tempo passato. A volte e spesso giudico il presente e mi vanto
invece dei tempi passati, e che cos’è questo se non vecchiaia?
Pensavo anni orsono di essere affezionata agli oggetti, alle
cose, ai miei angoletti; poi ho scoperto che non me ne importa
più niente.
A volte vorrei sbattermi la testa contro il muro e mi chiedo:
perché Lanfranco non c’è più? Eppure mi sembrava immortale…
ero convinta fosse immortale.
Da quando è morto il papà non ho più avuto un giorno di
gioia. Vivo perché devo vivere.
E anche adesso ho perso il filo della lettera.
Naturalmente non voglio tediarti. Questa mia comunicazione
con te era iniziata per dirti alcune cose che spero non ti
dispiacciano.
Nella vita di una madre e di una figlia ci sono sempre
momenti di incomprensione, ma con l’amore che sta nel cuore, le
incomprensioni si superano. A volte però le madri soffrono,
anche se agli occhi di una figlia ciò appare dubbio, e spesso
soffrono anche i figli e le madri non se ne accorgono.
Le madri vogliono che i figli siano felici e accettano qualsiasi
cosa pur di vedere i figli felici. Accettano anche di stare in disparte
quando invece vorrebbero partecipare a eventi importanti, essere
madre o genitore è un’arte imperfetta e l’imperfezione sta proprio
nell’accettare qualsiasi cosa faccia dolore.
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