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Nel bosco dei faggi
Camminando lentamente incontro
i faggi secolari, che mi aspettano,
sentendomi protetta dai loro possenti rami,
mi rinfresco la memoria
e rammento la storia, che è passata
ma ancora non è dimenticata.
Ricordi dell’infanzia,
risate di bambini e giochi innocenti,
risalgono le immagini,
ritornano i suoni abituali
e le voci dei nonni e di persone casuali.
Correndo felici ci siamo amati,
sotto i tronchi giganteschi rinfrescati,
dove sporgono le robuste radici,
che tengono salde le pendici
del monte, che sovrasta l’orizzonte.
Come i nostri desideri sull’eclissare
del sole verso il basso oscuro,
le ombre ci avvolgono di mistero
nella ricerca del giusto vero.
Non si chiude il viale della vita,
come quei faggi centenari,
anche noi reggiamo alle intemperie
e le avversità del brutto destino,
in attesa perenne di un solidale riconoscimento
e di un naturale e veritiero ricongiungimento.
Il buio non ci assale e la paura scompare,
mentre nel cuore l’aria sana ci accoglie,
abbracciandoci tra le fresche foglie
e cullandoci sotto le ombrose fronde.
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