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Nostalgia

            Quando il sole picchia in fronte
            e l’aria si scalda con il vapore
            e dalla terra si sente l’odore
            dell’asfalto infuocato
            e il cemento infiammato,
            mi sale in mente il ricordo
            del verde prato in cui giocavo
            e a correre mi divertivo.
            Adesso non c’è più l’erba fresca,
            ma solo case e strade grigie,
            con i segnali e le indicazioni,
            che ci indicano le direzioni.
            Oggi non ci sono più i fiori colorati,
            che dipingevano i prati
            di sfumature allegre e vivaci,
            ma solo vetrine illuminate
            con le pubblicità illustrate.
            Non cantano più i passeri
            e volano nei nidi per cinguettare,
            ma si cammina frettolosi e scontenti,
            scontrando degli occasionali passanti,
            impauriti dagli imprevisti incidenti.
            Il campo ormai non esiste più,
            è stato trasformato in una città,
            dove si lavora con la solita routine,
            dentro macchine di ferro ed armature,
            che ci legano stretti come nelle prigioni,
            togliendoci l’anima della compagnia
            e avvelenandoci con tanta nostalgia
            dei tempi passati con allegria.




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