Page 44 - edizione XII
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39° classificato:


            Tucci Francesco

            DAL PROFONDO

            Sospetoso mio cuore
            che miri? ch’atendi?
            L’umido cielo noturno
            vai ancor vagando
            inquieto
            a tarda sera.
            Dove son persi della prima età i dolci mondi,
            densi d’afet e sorrisi.
            Lontani nella mente
            tremano al vento
            quei sogni leggeri.
            Da che muove il selvaggio
            vuoto che sento nel peto?
            Forse specchio del buio?
            Dell’aria l’ombra più nera?
            Sono sopite adesso
            le avventure del bambino,
            deserte.
            Le strade.
            Riecheggiano in quelle i giochi
            e le grida
            e le risa del tenero tempo.
            Mio cuore stanco
            intendi ora il dolore che preme?
            E l’acerbo sospiro?
            Oh tormentato pensiero!
            Dove fuggi?
            Che cerchi?
            Cuore, è con il nulla che ragiono?
            Tuto t ha già corroso
            l’arido vero, dall’atro noturno
            delicato ritorna il ricordo
            e il dialogare più intmo
            tra me e la luna.
            Ma ancora con le stelle
            mi confdo,
            ancora agli occhi la fnestra.
            S’avvicina:  eppure mest fari
            sono gli astri questa sera,
            distant sguardi.
            Tacciono anch’essi,
            alt sopra il volo delle nubi,
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