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Il cuore e la ragione
Il cuore ha un modo tutto suo di ragionare, che la ragione non
conosce. Il cuore ama naturalmente, anche se stesso, a seconda se
si rivolge all’uno o all’altro oggetto, si indurisce o si intenerisce,
rispetto all’uno e all’altro a sua scelta. La ragione, invece ti fa re-
spingere l’uno e ti fa tenere l’altro: ma vi amate? Qui vi giustifica
la ragione? Con il cuore si percepisce il Divino e giammai con la
ragione, perché l’Essere Universale è molto sensibile al cuore e
non alla ragione. Attraverso la fede, che è espressione del cuore, è
possibile ridurre la distanza per conoscere (ragione) Dio e amarlo
(cuore). Dal cuore provengono l’istintività ed i princìpi. Quando
conosciamo la verità, essa non proviene solamente dalla ragione,
ma sempre per intercessione del cuore, perché questa seconda via
ne conosce i princìpi istintuali, invece il ragionamento non ha al-
cuna conoscenza e cerca in tutti i modi di contrastarlo. Tutto ciò
sta a dimostrare che il cuore ha una sua disciplina e la ragione ne
ha un’altra che procede per dimostrazioni; il cuore ne ha una di-
versa, la carità. D’altronde anche Gesù e San Paolo hanno seguito
l’ordine caritatevole e non quello dell’intelletto. Non ci dobbiamo
meravigliare nel vedere persone semplici e illetterate (mia madre
lo era) credere senza ragionamenti. In questi tempi tormentati, la
ricerca della spiritualità sembra essere necessaria, anche se è un
bene intrinsecamente superfluo, perché ci serve come stimolo per
la nostra memoria e come supporto per la nostra volontà e come
strumento di integrazione e realizzazione compassionevole e cari-
tatevole.
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