Page 5 - edizione XII
P. 5
4° classificato:
D'Agostno Fosca
PARIGI, 13 NOVEMBRE
A quelli che restano a bagnarsi nelle lacrime.
A quelle vite spezzate
dall'insensibilità di un cuore malato.
Acque limpide erano i tuoi occhi,
i tuoi capelli corolle di fori,
la tua bocca petali di rosa,
le tue ciglia ali di farfalla,
la tua giovinezza alito di vento,
prima che lo scorpione muovesse la sua coda,
prima che un tuono squarciasse la note,
prima che la Senna si tngesse di rosso,
prima che il tuo stelo si stendesse da un balcone,
prima che i tuoi occhi si chiudessero nel sonno.
Un bagliore troppo forte ha spento il tuo sorriso.
La note è divenuta troppo lunga da poterla sopportare,
troppo calda l'aria della cità,
troppo freddo il mio cuore.
Il dolore mi copre
come una tenda
mentre scorrono le immagini di te.
Il rumore assordante dell'odio
ha riempito le tue strade.
La luna è rimasta senza luce,
come senza luce
è rimasta la vita
di quelli che fanno cordoglio.
Non posso accetare
che un'anima sia così cruda
da non amare l'amore,
la bellezza,
la giovinezza,
la pace.
Non posso accetare
che un'anima sia così dura
da non amare Dio.
Una stella, stanote, ha brillato più delle altre:
è Parigi.
Non sarà il passare del tempo
a farmi dimentcare di te.