Page 8 - Approdi 116
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Perché no?

            M’alzai dal letto a giorno alto,
            m’accorsi delle cose del mondo,
            sorrisi volutamente,
            e, rinfrancato, chiesi del caffè.
            Compresi che la realtà
            era tornata, e io da lei.
            Bevvi con cautela. I giorni seguenti
            tacqui dentro e fuori,
            come tremando di un dolore di gioia,
            passavo in rassegna le stanze,
            le aule e le sale: tutto era bello,
            ma vicino e difficile. Forse arduo.
            Mi fermavo a guardare
            dentro e fuori di me e, pur in fatica,
            ero contento: sapevo l’accaduto,
            così mangiai, riposai e tremai,
            ero salvo, libero, e potevo capire
            mentre tutto, attorno, in poesia,
            significa l’esistere,
            con la salvezza della realtà profonda
            e la speranza di ciascuno
            d’amare e d’essere amato
            dal cosmo e da Iddio. Certo, perché no?

















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