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In queste poesie gli parlo, lo supplico, lo ricordo: è un dialogo tra
            me e lui, un dialogo contornato da tanta dolcezza. Ci sono però
            altre poesie che celebrano la bellezza della natura e altre che mi
            fanno sognare ad occhi aperti, come per esempio L’aquilone.
                C’è poi una poesia che racconta lo strazio, la solitudine, la di-
            sperazione di una quattordicenne, vittima di uno “stupro” avve-
            nuto tanti anni fa. È una storia vera, dolorosa, che mi è stata rac-
            contata dalla “perseguitata”, e a questo proposito ho scritto una
            poesia e anche un breve racconto che troverete più avanti. La
            poesia si chiama: Lacrime di dolore; il racconto: Il buio dei 14 anni.
                Il libro è diviso in tre parti: apro la prima parte con un inno
            alla vita che si intitola Non gioire, continuo con la pubblicazione di
            tre lettere, a mio marito, a mia figlia e a mio figlio e finisco con il
            racconto “reale” dello stupro subito da una adolescente di 14
            anni, negli anni ’70. A quell’epoca non si poteva raccontare nulla,
            i genitori non avrebbero capito, tantomeno la  società che la
            avrebbe subito additata come “una puttana”. La signora Aurora
            (nome di fantasia) mentre mi raccontava il fatto era come se rivi-
            vesse quegli attimi atroci di violenza e sopraffazione, nonostante
            siano passati quasi 40 anni.
                Ringrazio naturalmente la signora Aurora e preciso che men-
            tre il suo nome è di fantasia, quello dell’esecutore materiale della
            violenza dello stupro è invece reale.
                La seconda parte del libro è dedicata alle mie poesie “inedite”,
            la terza parte è un ricordo “alla” Sicilia, direi quasi una lirica.

















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