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ANDREA BERETTA
Andrea Beretta è nato il 29 ottobre del 1996 ed è studente nella facoltà di
Giurisprudenza di Bergamo. «Con queste poesie vorrei ripercorrere un percorso
che dalle tenebre cerca di perforare nella luce. Penso ci sia sempre da imparare e
che leggere sia il punto di partenza per la vera conoscenza di se stessi».
Parlando a me stesso
Scendo nel pozzo di un oblio e scavo nel mio Io più remoto,
Scosso come al centro di un maremoto
Per risolvere dispute importanti a parer mio.
Giudicato a priori come il più giullare fra gli attori,
Per la non voglia di essere compreso.
Vorrei ricevere il giusto peso, anche se vivo nel terrore.
Ho bisogno di credermi migliore di giudizi senza valore.
Ho il mondo aggrappato al mio braccio, mi risucchia la vita
Come un vagabondo sempre in viaggio in attesa di un’occasione
Che non si riveli un’eterna illusione, per folle paura di cadere.
Come un matto mi riverso lungo una via disegnata
Per attimi di fuoco che per poco non l’hanno cancellata.
Come un semidio senza poteri tormentato dai suoi pensieri
Si crede banale per un nome affibbiato da un padre Giunone
Che si fa gli affari suoi, invocato da miliardi di persone.
Assalito dai rimorsi come chi perde il lume della ragione,
Imprigionato in un mondo a cui sento di non appartenere
Con la convinzione di solo ritardar un irreparabile cadere.
Ma devi imparare a soffrire perché il dolore è parte di noi,
Ci costituisce: se non ci ha ancora ucciso ci rinvigorisce.
Parlo a te Anima mia, permettimi di appagare
Questa irrefrenabile voglia di sapere.
Non è pazzia gridare all’universo: ho bisogno di un senso.
Voglio odiarmi nei miei incubi per realizzare i miei sogni.
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