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VINCENZO ABATIELLO

           Nato il 7 novembre 1961 a New York (USA) da famiglia italiana, si trasfe-
           risce con essa in Italia nel 1969, ritornando al paese di origine della famiglia in
           Provincia di Salerno, nel Comune di Perdifumo, nel cuore del Cilento. A Perdi-
           fumo frequenta le scuole dell’obbligo proseguendo col liceo classico nella vicina
           Agropoli, diplomandosi nel 1981. Nel 1982 inizia l’attività lavorativa come
           dipendente statale, esercitando in varie Regioni d’Italia (Lazio, Toscana, Sarde-
           gna, Calabria). Attualmente è ancora in attività  lavorativa a Cagliari. Nel
           1988 si sposa a Cagliari, dal matrimonio nascono 2 figli, un maschio e una
           femmina. Nel 1997 il sodalizio coniugale si interrompe con la separazione dal
           coniuge prima e poi con il divorzio. Ha un certo interesse per la lettura e per il ci-
           nema. Molto legato alle tradizioni religiose e popolari di Perdifumo e del Cilento.


           Uno strano cavaliere

           Uno strano cavaliere s’aggira pei borghi e per le calli
           velocemente corre pei colli e per le valli
           di metallo il suo destriere che non vuole sella ma sellino
           né staffe, né redini a guidarlo sul cammino.
           Come fulmine giù si lancia per il declivio periglioso
           che già subito a risalir caparbio si mena immantinente.
           Appressandosi alla scalata dell’alto mente impervio,
           a guisa d’un nemico lo sfida alla battaglia;
           forzando il particolar corsiero, arditamente ve lo scaglia
           e l’erto sentier ne doma, tortuoso e serpeggiante.
           Giunto sulla vetta, infin vi trova meta, sì tanto agognata e vinta,
           ma già ad altra il pensier rivolge.
           Sempre sulla strada, timor non ha di Eolo
           nonostante gli soffi in faccia e con la chioma si diverta
           né pioggia, né calore ed il freddo ancor di meno potranno mai fiaccarlo,
           anzi più ne attinge sprone a perseguir l’amato agone.
           La gente lo porta in cuore ed il suo nome ha bene in vista,
           al suo passaggio in borgo voci amiche per lui si levano:
           “FATE LARGO, FATE LARGO! OR PASSA IL CICLISTA”.
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