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Valeria Caputo
Nata a Roma, si diletta da breve tempo alla composizione di
poesie dal gusto sensuale e avvincente e attraverso l’uso di
una terminologia elevata riesce a dar voce alla complessità
del mondo circostante delineandone i caratteri mistici e spiri-
tuali, ritrovando l’eterna connessione tra la vita e la morte. Ap-
passionata di botanica e di storia dell’arte.
L’IRIS
Blu, d’eterna trina iridescenza
Blu profondo, del saggio giorno e la notte che ti culla
Trionfi di verità tra l’inviolate gote
e sorridi, d’una fresca illusione
al risveglio della vergine sera
e piangi
Mio fiore
Piangi, invocando le stelle
Nell’oscurità impalpabile
Che ti sfiora i cerulei petali
immobile tra i colli fiorentini
Una fioca luce t’illumina il triste volto
e piangi
Mio fiore
Piangi, risvegliando sonorità leggere, sfumate e trasparenti
Piangi, incompreso bocciolo di virtù antica
Tra i misteri della vita che è, che fu
Ti perdi tra i teneri giochi e tintinnii delle foglie di rovere
Mosse dal vento che li colma e ti riempie d’armonica serenità
anneghi mio bel fiore nel profluvio e nell’ingenuità tua muori
Cosa resterà del blu?