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LUIGI PALMIERO

           «Scrivo con dolore per estirpare ciò che per una vita ho mantenuto den-
           tro di me. Vero, onesto e leale era il mio mantra ma, con il tempo, ho
           compreso che l’umanità non cerca questo. Si accontenta di fulgide men-
           zogne e non accetta le cocenti verità. Scrivo perché mi sento un disadat-
           tato onesto in un mondo di superuomini autocelebranti».



           Le stagioni di un amore

           Sul finire dell’inverno del mio cuore arrivasti tu;
           occhi che sorridevano, tempestosa nell’affetto,
           entusiasta del futuro… sprono della mia vita.
           Mi afferrasti la mano e mi conducesti
           verso un sogno che mai avrei sperato.
           Un giorno di primavera venisti a dichiararmi il tuo amore
           con occhi di stelle e respiro sussurrante.
           Cresceva in noi la voglia di provarci,
           la passione nel sentirci, la certezza di amarci.
           Un giorno d’estate andasti via e poi tornasti ancor più gioiosa
           e sicura ma con il cuore incerto e pauroso.
           Volli tentare e tentai di amarti ancora di più porgendoti ora
           io la mano che mi offristi verso un sogno
           che speravo durasse per sempre.
           Un giorno d’autunno venisti di nascosto
           e ti celasti dietro la mia ombra perché il futuro per te era oscuro.
           Invano tentai di afferrarti, di proteggerti e di amarti…
           invano tentai di riaccendere le stelle dei tuoi occhi.
           Un giorno d’inverno spegnesti il tuo cuore
           e smettesti di ascoltare. Altre parole ascoltasti,
           altre paure ti pervasero. Eri orba del mio amore
           e indecisa nei gesti… lontana da me.
           E così, andasti via un giorno di primavera…


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